domenica 27 novembre 2016

Un'altra cialtronata


A pochi giorni dall'orribile plebiscito che ha avventatamente imposto al paese, il governo Renzi-Delrio-Boschi-Madia è stato bocciato dalla Corte Costituzionale per aver invaso, per l'ennesima volta, la sfera di competenza delle autonomie locali.
La legge delega Madia, quindi, non è solo una lista pasticciata di slogan, compilata per dare al governo il potere di produrre altri decreti delegati confusi se non oscuri. E' anche incostituzionale.
La risposta del premier? La Corte Costituzionale è burocrazia, levatemela di torno, votando "Sì".
Aggiungiamo anche una nota su uno dei temi che sono stati bocciati: l'invasione del governo nell'ordinamento dei dirigenti degli enti e delle aziende locali.
Il tema dell'ordinamento della dirigenza pubblica, per un certo renzismo, si rivela sempre di più una ossessione interessata.
Ci promette la riduzione delle posizioni privilegiate degli "intoccabili" e intanto pone le condizioni per insediare una casta - ancora più larga, ancora più ricca, ancora più potente - di dirigenti che rispondano solo a Palazzo Chigi.
E' evidente che il problema, ancora una volta, non sono le (forse) buone intenzioni - velocità, efficiacia, responsabilità del premier - ma la scivolosa e pericolosa realtà del centralismo.
Molti comuni italiani sono troppo grandi, non troppo piccoli.
Le macchine comunali nelle grandi città sono troppo verticali, troppo accentrate, troppo lontane dalle periferie.
Le nuove forme di province e di unioni di comuni sono troppo politicizzate e lontane dai cittadini.
Alcune regioni italiane sono troppo grandi.
Alcune delle aziende italiane di servizi pubblici si estendono su territori troppo vasti.
Troppo potere è già concentrato a Palazzo Chigi, ben oltre gli attuali assetti normativi e costituzionali.
Fermiamo questa deriva.
Votiamo NO.






martedì 22 novembre 2016

Riflessioni anticentraliste con Ignazio Marino



Questa giornata di martedì 22 novembre - Santa Cecilia! - con Ignazio Marino a Firenze, Campi Bisenzio e Prato, ci ha fatto conoscere meglio una persona in gamba, competente e - considerato come è stato trattato dai potenti e dai media - davvero incredibilmente privo di rancore, molto autocritico, mite.

Ci ha anche portato una enorme quantità di stimoli contro-egemonici e di riflessioni anticentraliste. Da studioso, da chirurgo, da senatore incaricato di studiare il sistema sanitario nelle sue 21 organizzazioni locali, da sindaco di Roma, Ignazio Marino, che pure non ha una cultura federalista o autonomista, ha toccato con mano e oggi denuncia i guasti del centralismo insensato che, con bulimia di potere, il governo Renzi-Delrio-Boschi-Verdini sta perseguendo.

Con Marino, discutendo del suo libro - "Un marziano a Roma" - e dell'attualità politica - il suo NO al referendum - abbiamo potuto riflettere su temi come:

- il disastro delle grandi aziende semi-private dell'acqua e degli altri servizi pubblici falsamente e impropriamente privatizzati, creando nuove insuperabili ingiustizie sociali e territoriali; ovunque si creano le cosiddette "super-utility" si allontano i servizi dai loro legittimi titolari, che sono i cittadini, oltre a cancellare posti di lavoro qualificati e centri di competenza dal territorio; competenze di cui poi si sente la mancanza nei momenti di crisi, in cui è messa alla prova la resilienza di un territorio;

-  il pluri-decennale attacco normativo e finanziario all'autonomia dei sindaci e dei loro territori, sistematico da quando si sono saldati il rigurgito del centralismo statalista italiano e la dittatura europea dell'austerità; ai sindaci di oggi si sono lasciati margini di autonomia drasticamente ridotti, rispetto persino agli standard di cui godevano gli amministratori della precedente fase storica, prima delle riforme dei primi anni novanta;

- il tentativo di tener nascosta alla gente la verità che nessun sistema sanitario serio, che si fondi su elementi di prevenzione, di inclusione sociale, di assistenza capillare, può essere allontanato dal territorio, perché è un sistema politico e geopolitico, non una semplice somma di aziende o servizi; Marino ha bene spiegato come, con il neocentralismo, si finisce per penalizzare i sistemi che avevano raggiunto risultati migliori (come la Toscana), mentre si lasciano nell'irresponsabilità e nel degrado i sistemi che - a causa del clientelismo alimentato dallo stato - sono rimasti indietro (come la Sicilia); il centralismo ci riporterà al tempo delle mutue di classe e di corporazione e cristallizzerà le divisioni, le ingiustizie, gli sprechi;

- con l'affastellarsi di leggi sempre più confuse e di interpretazioni sempre più strumentali, Palazzo Chigi e i suoi prefetti stanno letteralmente ponendo fine alla certezza del diritto in Italia; questo, da parte di un premier che è stato sindaco e che aveva promesso di abolirli, i prefetti, è davvero duro da accettare; oltre al danno, la beffa;

- la cacciata di Marino (ma anche di altri sindaci, ormai) andando di nascosto a chiudersi da un notaio, invece che sfiduciarlo apertamente come prevede la legge (e come fecero, per esempio, i nostri ribelli toscani di Sesto Fiorentino), è un ulteriore segno di degrado centralista; si devono eseguire gli ordini dei vertici della propria fazione, ormai, e non c'è più un minimo di galateo istituzionale da rispettare; è un degrado vergognoso; i partiti sono diventati piramidi i cui faraoni capricciosi, se ritengono, possono imporre il loro volere senza più rispetto di alcuna procedura, senza tenere più in conto alcun principio di sussidiarietà; non c'è più nemmeno il senso delle proporzioni - persino un tipetto non certo umile e non meno prepotente di Matteo Renzi, tal Amintore Fanfani, lasciava più potere ai suoi segretari provinciali DC, ai suoi tempi.


Riportiamo qui una piccola cronaca essenziale di questa bella giornata:
- alle 16.30 alla casa del popolo Il Progresso, Marino ha incontrato la stampa toscana
- alle 17.30 ha parlato, intervistato da Marcello Mancini, con un folto pubblico nel teatro de Il Progresso
- alle 19,10 è stato intervistato via telefono da Controradio, da Domenico Guarino
- alle 20.00 è intervenuto all'apericena del Circolo Rinascita di Campi
- alle 21.30 ha parlato nella bella e grande sala del circolo Cherubini di Grignano a Campi, intervistato da Brunello Gabellini

Presto pubblicheremo una piccola rassegna di foto!



mercoledì 16 novembre 2016

Un marziano in Toscana




Il prof. Ignazio Marino è a Firenze e a Prato, martedì 22 novembre prossimo, per Santa Cecilia. Fra le due tappe principali, troverà il tempo di partecipare anche a un incontro amichevole a Campi.

E’ una delle molte tappe del suo viaggio per l’Italia, nel quale presenta il suo libro “Un marziano a Roma”, commenta le vicende politiche del suo recente passato, si esprime sulle urgenze del momento e in particolare sul cruciale voto referendario del prossimo 4 dicembre.

Questa giornata toscana è stata resa possibile con l’aiuto di volontari attivisti del NO di vari comitati toscani, di Firenze, di Campi Bisenzio, di Prato.

E' stato invitato anche da noi toscanisti autonomisti, perché è stato la vittima di uno dei più violenti attacchi centralisti, statalisti, partitocratici degli ultimi decenni. L'ex sindaco di Roma è stato cacciato non da una sfiducia aperta nel senato capitolino, secondo le leggi e lo statuto di Roma, ma da una congiura dei suoi compagni di partito (il PD), nascosti presso un notaio.

Di seguito i dati essenziali sulle iniziative pubbliche previste e le locandine.

A FIRENZE
Casa del popolo “Il PROGRESSO” - Via Vittorio Emanuele 135
- ore 17.30 – conversazione pubblica, moderata dal giornalista Marcello Mancini

A CAMPI- ore 20.15 – partecipazione ad apericena al Circolo ARCI Rinascita in piazza Matteucci (incontro amichevole)

A PRATO
Circolo ARCI Circolo “Bruno Cherubini”
via Onorato Bambini n. 16, Grignano
- ore 21.30 – conversazione pubblica, moderata dal giornalista Brunello Gabellini

Contatti:
Mauro 3331449444 (Firenze)
Carla 3388794486 (Campi)
Claudio 3381942599 (Prato)
marzianoaroma@gmail.com

* * *


Marino a Firenze, ore 17.30





















Marino a Prato, ore 21.30










































giovedì 10 novembre 2016

Il grande NO


Un gruppo di lavoratori del comune di Firenze ha organizzato un bel sabato di fine ottobre (lo scorso 29-10-2016) un picnic molto particolare sulle colline, vicino al loro posto di lavoro - Per maggiori informazioni su questo flash mob contro la riforma Boschi-Renzi-Verdini visitate il sito https://www.facebook.com/diffondiamoilNO/.


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https://youtu.be/tKNHGmDgx5Q

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http://www.istella.it/it/home/maurovaiani/document/detail?document_id=5828a5391d7819e36983191c

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sabato 5 novembre 2016

No al podestà d'Italia


Da ormai un anno ogni evento felice o triste nel paese viene trasformato in uno spot in favore del "Sì" al plebiscito voluto dal governo Renzi-Delrio-Padoan, per imporre al paese la svolta neocentralista della riforma Boschi-Renzi-Verdini.
E' successo anche con il cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze, purtroppo.
Ogni volta che il presidente Renzi parla in pubblico, ormai, è un disco rotto che difende la sua idea di repubblica veloce, dove un unico centro di potere, Palazzo Chigi, decide tutto per tutti, dalla Val d'Aosta al Salento.
Firenze, in particolare, è trattata ormai una periferia di Roma, dove il presidente del consiglio si muove come se fosse il podestà d'Italia che visita una delle sue frazioni. Mentre è sempre più chiaro, dagli studi, dalle esperienze, dalla ricerca scientifica, che il territorio ha bisogno di custodi responsabili locali e di cambiamenti decisi al più basso livello possibile, il governo continua con la sua propaganda neo-nazionalista.
Si continuano a riproporre annunci mediatici su grandi opere concepite poco dopo l'alluvione del 1966, sorvolando sul fatto che - lo riconoscono anche i media di stato - non solo non si sa quando saranno terminate, ma che esse non sono lontanamente adeguate a proteggere un territorio antropizzato come è quello toscano di oggi, dagli effetti di una alluvione dugentennale.
Il neocentralismo non ha mai funzionato e anzi, storicamente, ha ritardato lo sviluppo sociale e civile dell'intera penisola, ma che importa? Chi si ricorda più degli studi autonomisti, federalisti, anti-colonialisti, di don Luigi Sturzo, Gaetano Salvemini, Antonio Gramsci.
Le velleità veltroniane sul "sindaco d'Italia" si stanno trasformando in questi epigoni nella ben più preoccupante realtà di un potenziale "podestà d'Italia".
Dall'alto di un ministero romano, anche Firenze è una remota periferia e la Toscana un giardino di divertimento per ricchi e potenti.
Vanno molto bene come "location" per gli spot in favore del "Sì" e nessuno si metta di mezzo.
Si veda in proposito cosa si è escogitato per nascondere la tristezza e il grigiore dell'edizione numero 7 della Leopolda.La manifestazione "C'è chi dice NO a Renzi" è stata vietata in extremis dal questore di Firenze, impedendo così ogni possibile dialogo, un possibile spostamento del percorso, un ricorso.
Come era facile da prevedere, molti manifestanti hanno fatto una scelta di disobbedienza e le forze dell'ordine di Firenze sono state impegnate tutto il giorno in una insensata azione repressiva.
Solo grazie al maltempo e a tanto senso civico diffuso, questo scontro non ha coinvolto più gente e provocato guai più seri.
Si poteva evitare questa forzatura, che ha prodotto effetti aberranti, come la sospensione di tante altre attività cittadine, persino di innocui mercatini come la fiera di San Martino?
Forse sì, ma, ammettiamolo, la forzatura è stata funzionale a rafforzare il senso di contrasto fra il buonismo renziano al potere e il disordinato caos provocato dai pezzenti, dagli spostati, dai disoccupati, dai precari, dai senza casa.