domenica 2 aprile 2017

Comunità e borghi ancora sotto attacco




Come blogger di Diverso Toscana ho sostenuto diversi processi dal basso di unificazione dei comuni toscani, a condizione che venissero da un sincero moto popolare, che fossero ben calibrati rispetto alla necessità di custodire un territorio in modo più unitario, che - soprattutto - l'eventuale nuovo comune più ampio nascesse come vera comunità di borghi, cioè quartieri, rioni, borgate e frazioni.
Un comune-comunità più forte, insomma, al servizio dei suoi borghi, delle sue unità costituenti.
Posso dire che con questo nostro antico discorso civico sul rafforzamento dei comuni e dei borghi, certi annunci di unificazione dall'alto da parte di sindaci che si presentano come piccoli "Napoleone all'Elba", non c'entrano nulla?
Posso dire che se certi processi di unificazione sono falliti, per esempio all'Elba e nel Casentino, è anche perché dietro non c'era (non c'è a tutt'oggi) alcun progetto di rafforzamento delle comunità, ma solo smania di centralizzare ulteriormente risorse e potere?
Finché sono annunciate e guidate da una classe politica trasformista e subalterna al centralismo, noi diciamo un fermo NO a questi annunci di "unificazioni" dall'alto che mostrano una pericolosa tendenza anti-tradizionale, anti-ecologista e anti-sociale.
L'ultimo arrivato è il ricandidato sindaco di Pistoia, Samuele Bertinelli, che propone, come slogan elettorale della sua campagna per farsi rieleggere, l'annessione alla città dell'intera montagna, oltre che delle comunità di Quarrata, Agliana e Montale.
Propone in pratica, come si vede dalla mappa pubblicata oggi da Il Tirreno (nella foto), un comune grande quasi quanto la provincia, ovviamente governato in modo verticale (da lui).
L'aspirante super-sindaco, ovviamente, non parla (o parla e basta?) di quartieri e paesi a cui restituire una identità, di scuole e giardini da aumentare, di piazze e case del popolo da far rivivere.
Parla piuttosto di "risparmio" sui servizi e di "velocità" nelle pratiche.
Ci risiamo.
Insistono con il loro managerialismo, agli occhi del quale i nostri paesi non contano nulla.
Se anche le nostre frazioni sono sopravvissute ai disastri della cementificazione, devono comunque perdere identità, secondo lor signori illuminati "sindaci del Sì".
Devono essere ridotti a periferie dormitorio (per ricchi, quando sono belli; per poveri tutti gli altri).
Insistono, anche in questo, con il loro progetto di una pubblica amministrazione "dimagrita", che secondo loro "costerebbe meno", ma nella quale noi cittadini non contiamo più niente.


Nessun commento:

Posta un commento