giovedì 2 giugno 2016

Un 2 giugno diverso


Questo del 2016 è un 2 giugno diverso.
Dobbiamo raccogliere le nostre forze di cittadini attivi, di ogni provenienza culturale e politica, di ogni condizione sociale e personale, in una iniziativa coraggiosa, ambiziosa, ma non impossibile.
Sulla base dei nostri studi e della nostra esperienza, siamo convinti che la stragrande maggioranza degli esseri umani interconnessi possa fare la differenza.
Se si può, perché non provare, quindi?
Possiamo assumerci, insieme, il compito di riaffermare, incoraggiare, potenziare l'autonomia e la responsabilità di ciascuna persona, sia nella sua individualità, che nelle sue liberamente costituite reti familiari, amicali, sociali, economiche, territoriali.
Ciascuna persona può - e quindi, secondo noi, dovrebbe - diventare sovrana, assumendosi la responsabilità della propria vita, dei propri cari, della propria terra.
La chiamata a fare il proprio dovere ha origine nel segreto di ciascuna coscienza, ma il suo svolgimento concreto avviene facendo la propria parte nel governo della rete di comunità di cui facciamo parte.
Dobbiamo, quindi, riscoprire e rilanciare i valori civici e liberali, civili e sociali, che ci hanno unito nel 1946 e nel 1989 e portare avanti i nostri cantieri di sempre:
- ricostruire la libertà, quindi la ricchezza, quindi la bellezza, di ciascuno dei nostri borghi;
- prendere in mano la responsabilità dell'autogoverno della nostra Toscana;
- salvare la repubblica italiana dall'ennesima tentazione centralista;
- conservare l'unità europea, proteggendola dalle illusioni tecnocratiche e dagli imprenditori dell'odio;
- lottare per la pace, opponendoci a tutti gli apparati militari-industriali.
Per essere fedeli a noi stessi, dobbiamo mostrarci all'altezza degli appuntamenti imminenti.
Il primo di essi, ormai ineludibile, è quello che il governo ha annunciato per l'autunno: il prossimo referendum costituzionale.
La riforma Boschi-Verdini è un attacco frontale alla libertà toscana, all'autogoverno della Toscana, alla sovranità delle persone che vivono e lavorano in Toscana.
Il fatto che siano stati dei legislatori toscani a portare avanti un progetto così centralista, così anti-europeo, così pericoloso, aggiunge una nota di ulteriore amarezza alla profonda delusione di coloro che hanno creduto che una nuova generazione di leader di centrosinistra potesse riunificare la nostra vecchia e malandata repubblica italiana.
Tuttavia non ci arrenderemo.
Al centralismo occorre dire NO, nell'interesse delle generazioni future della Toscana, dell'unità italiana ed europea, della pace mondiale.


Emblema del Comitato Toscano
di Liberazione Nazionale,
ancora una fonte di ispirazione,
settant'anni dopo
la proclamazione della prima
Repubblica italiana




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