A pochi giorni dall'orribile plebiscito che ha avventatamente imposto al paese, il governo Renzi-Delrio-Boschi-Madia è stato bocciato dalla Corte Costituzionale per aver invaso, per l'ennesima volta, la sfera di competenza delle autonomie locali.
La legge delega Madia, quindi, non è solo una lista pasticciata di slogan, compilata per dare al governo il potere di produrre altri decreti delegati confusi se non oscuri. E' anche incostituzionale.
La risposta del premier? La Corte Costituzionale è burocrazia, levatemela di torno, votando "Sì".
Aggiungiamo anche una nota su uno dei temi che sono stati bocciati: l'invasione del governo nell'ordinamento dei dirigenti degli enti e delle aziende locali.
Il tema dell'ordinamento della dirigenza pubblica, per un certo renzismo, si rivela sempre di più una ossessione interessata.
Ci promette la riduzione delle posizioni privilegiate degli "intoccabili" e intanto pone le condizioni per insediare una casta - ancora più larga, ancora più ricca, ancora più potente - di dirigenti che rispondano solo a Palazzo Chigi.
E' evidente che il problema, ancora una volta, non sono le (forse) buone intenzioni - velocità, efficiacia, responsabilità del premier - ma la scivolosa e pericolosa realtà del centralismo.
Molti comuni italiani sono troppo grandi, non troppo piccoli.
Le macchine comunali nelle grandi città sono troppo verticali, troppo accentrate, troppo lontane dalle periferie.
Le nuove forme di province e di unioni di comuni sono troppo politicizzate e lontane dai cittadini.
Alcune regioni italiane sono troppo grandi.
Alcune delle aziende italiane di servizi pubblici si estendono su territori troppo vasti.
Troppo potere è già concentrato a Palazzo Chigi, ben oltre gli attuali assetti normativi e costituzionali.
Fermiamo questa deriva.
Votiamo NO.
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