Aver contribuito alla vittoria del NO allo scorso referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ci ha caricato di grandi responsabilità. In particolare è grande il lavoro che attende noi autonomisti, che presidiamo la forma più alta di autogoverno e sovranità popolare, quella incarnata nelle autonomie sociali e territoriali.
Ci siamo incontrati presso il Circolo Lavoratori di Porta al Prato, in via delle Porte Nuove 33, a Firenze il 28 dicembre scorso con tanti altri comitati del NO della Toscana vicini agli ideali del Coordinamento Democrazia Costituzionale.
Riceviamo e volentieri rilanciamo il comunicato stampa finale emesso dal coordinamento regionale. Il comunicato è stato redato da Francesco Baicchi, coordinatore regionale di questa rete di comitati, a cui noi afferiamo. Viene diffuso sulla stampa toscana da Leonardo Becheri, addetto stampa della stessa rete toscana di comitati del NO.
Segue il testo integrale.
* * *
Il
comitato toscano per il No al Referendum: i comitati vanno avanti.
Occhi puntati su referendum sociali e legge elettorale rispettosa
della Costituzione.
Firenze,
30 dicembre. Il Coordinamento regionale dei Comitati toscani per il
NO nel referendum costituzionale, riunitosi nei giorni scorsi,
esprime grande soddisfazione per l’esito del voto del 4 dicembre,
che ha cancellato il tentativo di stravolgere in senso centralista e
presidenzialista l’impianto istituzionale della nostra Repubblica.
L’ampia
prevalenza del NO, e prima ancora l’altissima partecipazione degli
elettori e delle elettrici, hanno confermato l’attualità della
Costituzione del 1948 e la volontà popolare di mantenerne la piena
validità a garanzia del nostro sistema rappresentativo parlamentare.
La capacità degli elettori - dimostrata oggi come nel 2006 -
di respingere col voto referendario i tentativi di stravolgimento
della Costituzione non deve farci dimenticare che il permanere di
meccanismi elettorali maggioritari imporrebbe almeno l’innalzamento
della maggioranza richiesta dall'art. 138, innalzamento comunque
auspicabile.
Anche
la limitata vittoria dei sostenitori della ‘riforma’ a livello
toscano (52,5%) non cancella la valutazione positiva,
visto che nel corso della campagna referendaria la nostra regione è
stata oggetto di particolare attenzione, con un enorme spreco di
risorse finanziarie e di impegno profuso da Matteo Renzi e dal suo
‘giglio magico’ sul territorio. Un sincero ringraziamento va
dunque alle toscane e ai toscani che hanno voluto difendere la
sovranità popolare.
Inevitabile
appare invece un giudizio negativo sui comportamenti
successivi
dei principali sostenitori della ‘riforma’, concretizzato nella
riproposizione di un governo-fotocopia del precedente e teso a
banalizzare l’accaduto confermando, con l’aiuto di una parte
della stampa, sia le presunte aspirazioni razionalizzatrici che una
visione ingannevolmente trionfalistica delle politiche del governo
Renzi.
Vista
la loro finalità di difesa della nostra Costituzione e di
realizzazione dei suoi valori, i Comitati
toscani ritengono dunque necessario proseguire la loro attività,
come proposto dai direttivi dei comitati referendari nazionali, per
svolgere nella nuova fase che si apre un ruolo di vigilanza attiva
per il rispetto della volontà popolare e per il superamento della
situazione di illegittimità di una maggioranza parlamentare frutto
di una legge elettorale incostituzionale.
Lanciano
per questo un appello
ai tantissimi giuristi e intellettuali che si sono impegnati nella
campagna referendaria, affinché confermino la disponibilità a
proseguire la loro collaborazione per una corretta informazione della
opinione pubblica.
Fondamentale
appare anche giungere finalmente ad una
legge elettorale
rispettosa dei principi costituzionali, che tenga conto delle
valutazioni che la Corte Costituzionale ha già espresso nella
sentenza n. 1/2014 e coerentemente non potrà che confermare il 24
gennaio nel giudizio sui ricorsi presentati contro l’italicum,
ormai di fatto inapplicabile.
Una
particolare rilevanza assumono, in questo quadro, il ritorno alla
elettività dei consigli provinciali e gli strumenti di democrazia
diretta già presenti (referendum
abrogativi e leggi di iniziativa popolare),
mediante i quali gli elettori potranno esprimere la loro volontà a
fronte di un Parlamento di dubbia rappresentatività. Grave sarebbe
qualunque tentativo di ostacolare l’esercizio di questo
fondamentale diritto con artifici, quali quelli
ipotizzati – fra gli altri - sul Jobs Act,
sui quali chiediamo con forza che vigili il Presidente della
Repubblica.
Il
Coordinamento toscano dei comitati per il No nel referendum
costituzionale
(afferente
al coordinamento per la democrazia costituzionale)
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