sabato 9 luglio 2016

Non di sola Costituzione




E' passata un'altra intensa settimana piena di ombre, ma anche con qualche luce.
La raccolta di firme per incardinare due referendum correttivi dell'Italicum, che si era naturalmente affiancata alle attività dei comitati per il No alla riforma Boschi-Renzi-Verdini, è fallita a un passo dal risultato finale. I due quesiti referendari, contro i capolista bloccati e contro il premio elettorale al partito unico, si sono fermati poco sopra le 400.000 firme.
Come alcuni sanno, non siamo fra quelli che condizionano alla legge ordinaria elettorale in vigore il proprio giudizio sulla riforma costituzionale, ma è chiaro che si tratta di una battuta d'arresto all'interno di un percorso di lotta contro le riforme neocentraliste.
In caso di malaugarata conferma della riforma costituzionale, perdiamo uno strumento tattico che ci avrebbe consentito di continuare a lottare contro la concentrazione del potere nelle mani di pochi.
Nello stesso tempo, prendiamo atto con soddisfazione che gli attivisti del No, anche attraverso un processo di autocritica rispetto alla propria organizzazione nazionale, si sentono investiti da maggiori responsabilità e sono più mobilitati che mai. Forse alcune realtà hanno risentito di un malinteso senso di lealtà verso il PD e hanno frenato, ma un chiarimento definitivo è ormai in corso.
Tutti ci aspettiamo che posizioni come quelle di Bersani e di Cuperlo si chiariscano.
In Toscana ci aspettiamo che una persona come Vannino Chiti sciolga le riserve che ha mantenuto sino a oggi.
Lunedì 11 luglio la rete toscana dei comitati del No, per esempio, si farà sentire. Le iniziative continueranno tutta l'estate.
Inoltre annotiamo che si moltiplicano i ricorsi giuridici contro l'Italicum e le richieste politiche di cancellarlo. Sempre sperando, ma questo lo aggiungiamo noi, nel necessario ritorno all'elezione diretta di rappresentanti locali in piccoli collegi, dove sia possibile alle comunità di scegliersi i propri deputati.
Infine, anche se ci rendiamo conto che non ci sono precedenti, né forse i tempi necessari, continuiamo a guardare con favore alle iniziative dei Radicali, di Fulco Lanchester, e di altri, per arrivare al cosiddetto "spacchettamento" del referendum. Sarebbe (stato?) davvero utile e necessario, arrivare a sottoporre al popolo quesiti diversi su diversi aspetti, relativamente indipendenti fra di loro. A malincuore, però, registro che le poche teste pensanti che si sono scherate per il Sì alla riforma, Stefano Ceccanti e Carlo Fusaro, non hanno tutti i torti: il parlamento ha votato una sola legge e quindi è inevitabile che si dovrà sottoporre al popolo un prendere o lasciare sull'intero articolato.
Purtroppo il plebiscito si avvicina.
Facciamoci trovare pronti, noi che intendiamo resistere alla svolta neocentralista.

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